La terapia psicodinamica è un tipo di psicoterapia che nasce a partire dall’approccio psicoanalitico.
La psicoanalisi è probabilmente il tipo di terapia più famoso e più presente nell’immaginario collettivo: basti pensare alle numerose citazioni nei monologhi di Woody Allen. Si tratta del tipico modello, nato ormai un secolo fa, secondo cui il paziente, disteso sul lettino, parla al terapeuta a ruota libera (avete presente Freud?).
Dunque, è a partire dal modello classico di psicoanalisi che si è, successivamente, sviluppata la psicoterapia psicodinamica, riscuotendo un buon numero di riscontri di evidenza scientifica: https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20141265/
Cenni di teoria
Secondo la psicodinamica, gran parte della vita mentale è inconscia e grande spazio, durante le sedute, si prova a dare a questa parte del paziente, attraverso diversi tipi di tecniche. Più precisamente, la psicoterapia psicodinamica si occupa dell’esplorazione di quell’insieme di processi psichici che sono alla base del comportamento, della personalità, del pensiero, della sintomatologia dell’individuo.
La cosa importante da sapere è che la psicoterapia psicodinamica
considera il paziente come il prodotto di esperienze infantili importanti che continuano nel presente a essere riprodotte con gli altri, incluso il terapeuta (Glen O. Gabbard)
Questo approccio, quindi, mira a favorire nel paziente la consapevolezza dell’esistenza di determinate dinamiche (spesso non consapevoli) e di conflitti psicologici di cui soffre e promuove strategie diverse da quelle messe in atto in maniera automatica fino a quel momento per far fronte alle problematiche della vita e per raggiungere il benessere individuale.
Aspetti tecnici
Dunque, la psicoterapia psicodinamica si occupa di esplorare motivazioni inconsce, fantasie, desideri, vissuti emotivi e di dare un significato ai sintomi che la persona potrebbe
sperimentare nell’attualità, con l’obiettivo di portare alla consapevolezza quanto prima agiva in modo non consapevole, provocando disagio, confusione, sofferenza.
Come avviene tutto questo? Proviamo a rispondere a questa domanda in maniera schematica.
Aspetti tecnici distintivi:
Focus sull’espressione delle emozioni
Esplorazione dei meccanismi di difesa
Interpretazione di Transfert e Controtransfert
Identificazione di tematiche e pattern ricorrenti
Discussione sulle esperienze passate
Focus sulle relazioni interpersonali
Focus sulla relazione terapeutica
Esplorazione di desideri, sogni, paure, fantasie
Il Transfert
Tra i vari aspetti elencati, ci soffermiamo in questa sede su quello che probabilmente è il più comune e trasversale alle varie forme di psicoterapia psicodinamica (e che proviene direttamente dalla psicoanalisi classica) e anche quello che necessita di maggiori spiegazioni: il Transfert.
Quando parliamo di Transfert, ci riferiamo al frequente, e spesso inconsapevole, processo attraverso il cui il paziente tende a proiettare sul terapeuta tutta una serie di rappresentazioni e aspettative che vengono da lontano, riattualizzate nel presente. Tali rappresentazioni traggono origine dalle interazioni con i propri genitori durante l’infanzia. Si assiste, così, alla riattualizzazione di una serie di esperienze psicologiche, le quali vengono vissute nel qui e ora come se appartenessero non al passato ma al presente, e fossero in relazione con il terapeuta.
Questo processo non è un ostacolo, ma si rivela un prezioso strumento nelle mani del terapeuta, che può aiutare il paziente a notare queste riattualizzazioni del passato nel presente, comprendendo così la differenza tra vecchie e nuove relazioni, eliminando le distorsioni tipiche dei fenomeni transferali.
Le modalità e i tempi della psicoterapia psicodinamica
Come per molti altri approcci psicoterapeutici, non è possibile stabilire con esattezza quanto tempo potrà durare un percorso.
Tuttavia, possiamo distinguere tra la terapia psicodinamica a lungo termine, che non prevede un termine prestabilito ma che, comunque, solitamente si risolve nel giro di due anni, e la terapia psicodinamica a breve termine, con un numero di sedute predeterminato (che solitamente è 16 sedute).
Ancora, se l’immaginario relativo alla psicoanalisi ci riporta ai classici scenari in cui il paziente, sdraiato sul lettino, è lasciato a parlare liberamente, lasciando che il terapeuta lo osservi in religioso silenzio, le cose sono estremamente diverse quando si tratta di terapia psicodinamica, le cui sedute si risolvono in colloqui faccia a faccia, in cui il terapeuta svolge un ruolo molto più attivo e direttivo.
Si tratta, quindi, comunque di una terapia meno circoscritta e breve di altri tipi di trattamenti (più focalizzati e che a volte possono durare anche solo pochissimi incontri). Questo in realtà è un punto a suo favore, poiché aumenta le probabilità che i risultati siano mantenuti più a lungo termine, ben oltre il termine della terapia
Anzi, sono diversi gli studi che dimostrano che molti pazienti non si limitano a mantenere nel tempo gli effetti ottenuti con la terapia, ma continuano addirittura a fare passi avanti e a migliorare, una volta conclusa una terapia psicodinamica.
Dott.ssa Simona Morra
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