a cura della Dott.ssa Sofia De Marco
Gli adolescenti sono persone uniche e incredibili.
Sono in una fase della vita in cui i cambiamenti si susseguono ad un ritmo incessante e sono sempre di fronte a nuove situazioni. Questo li rende mutevoli, adattabili e pieni di risorse da investire.
Probabilmente è presto per tirare conclusioni sulle conseguenze a lungo termine della pandemia sugli adolescenti ma ritengo che sia doveroso fare alcune riflessioni e organizzarsi per potergli stare vicino ed aiutarli. Questo è un compito che spetta agli adulti, ai genitori, agli insegnanti e agli psicologi come me.
Adolescenza: Un Periodo di Cambiamenti
Teniamo presente che nel passaggio dall’infanzia all’adolescenza il primo e più evidente cambiamento che fanno è nel corpo. Un corpo che cambia è di certo un fattore che non avevano previsto a livello emotivo, per cui è inevitabile che nasca in loro un bisogno di riservatezza, si nascondono, chiudono la porta.
La crescita fisica ha un valore sociale: troppo piccolo, troppo alto, senza muscoli, con acne, in sovrappeso...l'attenzione che ogni adolescente dedica al proprio corpo è massima.
Cominciano a parlare di più con i coetanei mentre il rapporto con i genitori diventa distaccato, riservato, a volte tumultuoso.
Il loro approccio con il mondo diventa tutto o niente, bianco o nero. Tendono a fare polemiche. A livello intellettivo passano al pensiero ipotetico-deduttivo, per intenderci significa che per pensare a qualcosa non serve che sia un problema concreto, sono un po’ filosofi, pensatori.
L'incontro coi pari, in questo periodo ricco di cambiamenti, è fondamentale. Permette ai ragazzi di mettersi alla prova, poiché:
Gli adolescenti hanno bisogno di misurare il loro potere nel mondo
...e come farlo se non attraverso lo scontro? Ed ecco che dal punto di vista sociale diventano “anti” per mettere una difesa alla loro vulnerabilità. Passano dall’egocentrismo alla socialità (che bello stare con te) dove l’altro diventa un oggetto d’amore.
Adolescenti e Covid
Tutti questi cambiamenti sono fisiologici, e avvengono con estrema naturalezza e normalità...in un periodo storico normale.
Ma cosa sta succedendo oggi? Cosa ha fatto la pandemia agli adolescenti?
Hanno dovuto fare i conti con l’isolamento sociale, la DAD, le restrizioni, la pandemia, che ha influenzato e cambiato il senso della socialità, ha suscitato diverse emozioni, ha inciso sulla relazione con i genitori e con i pari, ha cambiato parte del loro mondo che è fatto di andare a scuola.
In questo momento di isolamento sociale ci sono state famiglie in cui adolescenti e genitori si sono conosciuti di più, hanno goduto di questo tempo rallentato, hanno potuto ampliare le loro conoscenze: nuovi interessi e nuove attività (fare il pane insieme, fare ginnastica...).
La difficile situazione ha permesso di sperimentare una serie di esperienze emotive verso l’altro (aiutare un vicino, le videochiamate al nonno, un senso di solidarietà e sintonia con persone lontane che vivono la stessa cosa).
In alcune famiglie si può dire che tutto questo ha dato l’occasione di unirsi un po' come se fossero stati sottoposto tutti a una specie di esperimento universale.
In altre famiglie invece, dove regna la conflittualità e c’è un difficile rapporto con i ragazzi e un distacco emotivo, l’isolamento sociale ha avuto un risvolto disastroso e gli adolescenti si sono per lo più rifugiati in camera e grazie all’on-line hanno potuto tenersi in contatto con i pari.
Emotivamente per tutti è successo che in una prima fase ci sia stata una incredulità e un disorientamento e non erano molto convinti di rimanere a casa, poi in un secondo momento è sopraggiunta la paura e
l’ansia che paralizza e non fa trovare le parole per poter dire cosa succede dentro.
Il sonno era disturbato e si sono incrementati sogni e incubi molto vividi. Poi è arrivata la rabbia e l’irritazione... la scuola on line in un primo momento li ha messi a nudo in video e dovevano mostrare la loro camera, uno spazio privato e intimo.
Ad un certo punto inevitabile l’accettazione e con sé una nuova abitudine: didattica a distanza e vita sui social, con un po’ di preoccupazione per il rientro in presenza.
Cosa possiamo fare noi adulti?
Io credo che per il rientro a scuola sia da pensare a uno spazio un po’ a scapito della didattica, in cui possano sperimentarsi di nuovo in presenza in uno spazio interattivo con lavori di gruppo dove possano raccontarsi chi sono e come questa pandemia li ha cambiati. Puntare meno alla prestazione ma dare una grande attenzione alla persona perché possano sentirsi motivati e riacquistare fiducia.
I genitori pur rimanendo nel ruolo di guida dovrebbero avere un rapporto più simmetrico rispetto al valore della persona sintonizzandosi e sincronizzandosi con loro: cosa intendo? I ragazzi amano parlare ed essere ascoltati e i genitori dovrebbe cogliere il momento di apertura, il momento giusto, con una attenzione anche alla fase evolutiva che il figlio sta vivendo.
Noi come psicologi dobbiamo ricordare quanto gli adolescenti siano bloccati dalla paura di sbagliare e possiamo aiutarli a compiere delle scelte, insegnando loro cosa sono le attitudini e che sono cosa ben diverse dalle prestazioni.
Possiamo aiutare gli adolescenti a sapere chi sono
Di solito, infatti, i ragazzi hanno una conoscenza a metà su chi sono e si basano esclusivamente su quello che dicono genitori e insegnanti. Non si conoscono in base alla loro esperienza e consapevolezza.
Se si chiede ad un adolescente cosa vuole oggi, con ogni probabilità egli risponderà di desiderare più di tutto la "popolarità".
Che vuol dire? Bè, che non chiedono altro che essere visti, ammirati...considerati.
Io confido molto che parte del nostro lavoro con gli adolescenti sia quello di valorizzare questo tempo che sicuramente qualcosa ha seminato.
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