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  • Immagine del redattoreDott.ssa Sofia De Marco

L’AMORE PUO’ FAR MALE?

Quando amare significa soffrire stiamo amando troppo, vediamo che significa.

Ci sono alcune relazioni sentimentali che hanno precise caratteristiche:


1. Infelicità, sofferenza, sentirsi in trappola: non è facile capirlo ed ammetterlo perché sicuramente la relazione è anche fatta di momenti felici usiamo strumentalmente per giustificare i momenti di sofferenza tipo “oggi sto male ma l’altro giorno siamo stati così bene”.


2.Partner problematico: sentirsi attratti da persone che manifestano una problematicità, che non stanno bene, come ad esempio con una dipendenza da alcol, droga, gioco oppure con disturbi dell’umore (depressi), con un disturbo alimentare. Un'altra condizione potrebbe essere un narcisismo patologico che porta l’altro ad essere estremamente critico, svalutante e a manipolare. Oppure una persona immatura e irresponsabile, che ha bisogno di aiuto economico, una casa, un lavoro, insomma un partner bisognoso che risveglia un intento a pensare “stai con me io ti salverò”.


3. Controllo: nella relazione è verso il partner problematico. Ad esempio, la gelosia, quello che sta alla base è il controllo del salvatore “io so cosa è meglio per te e ti salverò”.


4. Focus dell’attenzione: il faro è sempre rivolto verso l’altro, unico scopo sembra essere soddisfare i suoi desideri, c’è come un bisogno di adattarsi ai bisogni dell’altro per sentirsi ok.


Durante la prima fase dell’innamoramento quello che ho descritto accade spesso, ma è una fase transitoria che dura un po’ di tempo, è la fase delle” fette di prosciutto sugli occhi”. Poi questa fase dovrebbe lasciare il posto a quella successiva della differenziazione, in cui le persone si riconoscono nelle loro diversità e si rispettano.

In alcune relazioni invece succede di passare dal “desidero stare con te” al sentire un senso di “ho bisogno di stare con te”.

Il concetto che spiega questo passaggio si chiama simbiosi. È una specie di fusione tra due persone e non è sana, in quanto è come se la persona percepisse se stessa incapace di stare da sola e pensasse nel suo profondo: “mi sento incompleto e cerco il mio completamento nell’altro”.


Perché ad alcune persone accade questo?


È probabile che siano stati bambini a cui è stato interrotto troppo presto o bruscamente l’accudimento genitoriale di cui avevano bisogno, con la richiesta di arrangiarsi, ma non erano ancora in grado.

Ad esempio, può succedere che un genitore per lavoro, oppure per abbandono del coniuge, o per sofferenza personale chieda inconsciamente al figlio piccolo di accudirlo. In questo caso il genitore non riesce ad essere protettivo verso il figlio a cui mancherà sempre qualcosa.

Questa inversione di ruoli prende il nome di simbiosi.


Quel bambino diventato adulto che farà nelle sue relazioni importanti?


1. Crederà che l’altro senta, pensa e percepisca come lui e non capisce perché viene lasciato (non concepisce la differenziazione)

2. Non sa dire “basta” o gestire le critiche e tenderà a giustificarle “se mi dice così sarà vero” (mancano confini)

3. Avrà costante bisogno di approvazione, compiacendo l’altro e non sarà in grado di dare valore al suo sentire e ai suoi bisogni.

In altre parole, senza averne consapevolezza, starà in relazione per come ha imparato a fare, accettando l’amore per come ha sempre creduto di meritare.



Questo è ciò che viene comunemente chiamata “dipendenza affettiva”.

Dott.ssa Sofia De Marco

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