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  • Immagine del redattoreDott.ssa Sofia De Marco

LE SFIDE DELLA GENITORIALITA’


Sono molte le sfide che un genitore deve affrontare per crescere i suoi figli e spesso all’ordine del giorno. Quando i genitori sono calmi, il loro “cervello razionale” gli permette di ragionare in modo lucido. Riescono a riflettere sulle cose e si comportano in modo costruttivo.

Quando, invece, si sentono sotto pressione, il loro corpo e il loro cervello reagiscono di conseguenza: i muscoli si irrigidiscono, il battito cardiaco aumenta e il cervello entra in stato di panico.


Ad esempio, capita che un genitore chieda ai propri figli che facciano subito alcune cose: mettiti le scarpe, sali sul marciapiede, entra in casa, smettila di fare rumore, apparecchia la tavola… Se i bambini o i ragazzi non ubbidiscono lo stress aumenta rapidamente.

Se poi i genitori sono sotto pressione perché in ritardo, o si sentono in imbarazzo perché in pubblico o preoccupati per altre problematiche, il livello di stress aumenta ulteriormente.


Il “cervello emotivoprende il sopravvento, non riescono più a pensare in modo lucido, reagendo in modo emotivo. Quando provano un senso di panico, impotenza o disperazione possono facilmente reagire con esplosioni di rabbia. Tendono a dire cose che in realtà non vorrebbero dire e fanno cose di cui poi potrebbero pentirsi. Queste sono reazioni del tutto normali, che i genitori conoscono bene. Tuttavia, ogni volta che un genitore reagisce in questo modo indebolisce il rapporto con il proprio figlio.


È importante riconoscere che queste situazioni si vengono a creare improvvisamente, provocate da problemi momentanei, non molto gravi, e che richiedono soluzioni immediate. Le soluzioni che i genitori cercano sono legate ad obiettivi che possiamo definire a breve termine.

In questi casi per ritrovare la calma e attivare il cervello razionale bisogna richiamare alla mente gli obiettivi a lungo termine che volete per i vostri figli. Se riuscirete a farlo, lo stress che provate in quei particolari momenti diventerà un’opportunità di dare ai vostri figli preziosi insegnamenti. Avendo una visione più ampia del contesto, potrete comprendere meglio i motivi del comportamento di vostro figlio e anche quale insegnamento apprenderà a seconda della vostra reazione. Comincerete a comprendere quanto sia importante concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine anche in situazioni che richiedono una soluzione immediata. Il primo passo per instaurare un buon rapporto con vostro figlio è quello di individuare i vostri obiettivi a lungo termine.


Gli obiettivi della genitorialità


Per comprendere quanto sia importante concentrarsi sugli obiettivi a lungo termine anche in situazioni di stress a breve termine immaginate la seguente situazione:

È un tipica mattina. Vostro figlio/a si sta preparando per andare a scuola e si sta facendo tardi.

Prima di tutto pensate a cosa volete che faccia subito vostro figlio/a. Probabilmente penserete a obiettivi quali: vestirsi, fare colazione, lavarsi i denti, preparare lo zaino per andare a scuola. Questi sono i vostri obiettivi a breve termine.

Vostro figlio/a si sta gingillando e notate che si sta facendo sempre più tardi. Dite a vostro figlio/a di fare presto, ma lui/lei non si sbriga.

Ora riflettete su quello che state provando. Cosa sta succedendo al vostro corpo, all’espressione del viso, alla voce? I muscoli si irrigidiscono, aumenta il battito cardiaco, assumete un’espressione seria e alzate la voce. E poi che emozioni provate? Probabilmente il livello di frustrazione sta aumentando velocemente e provate un senso di panico e di rabbia

Ripetete a vostro figlio/a di fare presto, ma sembra che lui/lei ora si muova ancora più lentamente. Parlate con un tono di voce arrabbiato e vi muovete per casa agitandovi e dicendogli/le che se continua così arriverete tardi al lavoro.

Cosa state pensando in questa situazione? Forse state pensando: “lo so che è in grado di fare presto. Lo sta facendo apposta per farmi fare tardi” o forse pensate: “Perché non mi ascolta mai? devo assolutamente farmi ascoltare” o forse pensate: “Come si permette, adesso gli faccio vedere io chi comanda”. E poi che cosa fate?

Molti genitori in una situazione del genere cominciano ad urlare. Dicono cose come: “Se non sei pronto in due minuti ti lascio qui” o “Perché fai sempre così?” o “È possibile che non impari mai?” A volte minacciano di punire il bambino, dandogli una sculacciata o togliendogli un gioco. A volte minacciano di portarlo a scuola anche se non ha finito di vestirsi. Alcuni genitori afferrano il bambino, lo scuotono o lo insultano con parole come “stupido”.

Ora, cosa succede al bambino in una situazione del genere? Se riuscissimo a zumare indietro vedremmo che anche il bambino è sempre più agitato e spaventato dalla nostra rabbia e dalle nostre minacce. I bambini, inoltre, possono sentirsi profondamente feriti e mortificati dai vostri insulti.

Quando li punite possono sentirsi non amati o non desiderati. Si mette a piangere, sbatte i piedi per terra, oppure urla. Vostro figlio si sente proprio come voi, e due persone in uno stato di panico non sono in grado di risolvere un problema in modo costruttivo.

Una situazione del genere probabilmente si concluderà in questo modo: voi, molto arrabbiati, accompagnate il bambino a scuola e al momento di salutarvi non gli fate un sorriso né gli date un abbraccio. Quindi il vostro obiettivo a breve termine è probabilmente stato raggiunto: siete arrivati al lavoro puntuali, ma sia il rapporto con vostro figlio che la sua autostima sono stati danneggiati.

Ora immaginate questa situazione:

Vostro figlio/a è cresciuto. State per festeggiare il suo ventesimo compleanno. Immaginate come sarà vostro figlio/a a quella età. Che genere di persona desiderate che sia diventato?

Pensate a tutte le caratteristiche che sperate che vostro figlio/a abbia da adulto. Molti genitori sperano che i figli diventino sicuri di sé, onesti, educati, sappiano provare empatia per gli altri, ma anche che si impegnino negli studi o nel lavoro, siano responsabili, giudiziosi e non violenti.

Che genere di rapporto sperate di avere con vostro figlio/a quando avrà vent’anni?

Quali sentimenti sperate che provi per voi? Molti genitori sperano di avere figli che vogliano loro bene, che passino volentieri del tempo con loro, che si rivolgano a loro per consigli; ma anche che si interessino e si fidino di loro. Quando pensate a tutte queste speranze che nutrite per il futuro state individuando i vostri obiettivi a lungo termine. Quando urlate a vostro figlio/a gli state insegnando a essere una persona educata? Quando lo picchiate gli state insegnando come risolvere i problemi senza ricorrere alla violenza? Quando lo minacciate state instaurando un rapporto di fiducia con lui/lei?

I bambini imparano a gestire lo stress osservando i propri genitori.

Se noi reagiamo urlando, minacciando, insultando stiamo insegnando ai nostri figli l’esatto opposto di quello che vorremmo. La chiave per avere un buon rapporto e poter davvero insegnare quello che desideriamo ai nostri figli è imparare a considerare i problemi che richiedono una soluzione immediata come opportunità per raggiungere i nostri obiettivi a lungo termine. Quando sentite che i muscoli si irrigidiscono, il battito del cuore aumenta, che il tono della voce si alza state ricevendo un segnale: in quel momento avete l’opportunità di insegnare qualcosa di importante a vostro figlio.

Avete l’opportunità di insegnare a: gestire lo stress; comunicare con gentilezza anche in situazioni di tensione; gestire le situazioni conflittuali senza ricorrere alla violenza; tenere conto dei sentimenti degli altri; raggiungere il vostro obiettivo senza ferire gli altri a livello fisico o emotivo.

Buon lavoro!


dott.ssa Sofia De Marco

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